Il 2016 in deflazione per l’Italia: è la prima volta in 50 anni
January 5, 2017
Confcommercio prevede consumi in frenata
February 3, 2017
mostra tutto

Accise carburanti: tutti contro gli aumenti

Dalla Cgia di Mestre al Codacons: coro di no per l’ipotesi del Governo.

ROMA – L’ennesimo aumento delle accise sui carburanti, ipotizzato dal Governo per fare fronte alle richieste di Bruxelles, trova tutti contrari.

Riguardo alla misura, annunciata nella lettera del Ministero dell’Economia Padoan alla Commissione Ue, si è levato un coro di no.

Per la Cgia, che ha chiesto di scongiurare anche l’aumento di un punto percentuale di Iva, i rincari sulle accise innescherebbero «il meccanismo delle tasse sulle tasse».

Gli artigiani di Mestre ricordano che dal 2011 ad oggi ci sono stati sette rincari che hanno fatto impennare del 29% le accise sulla benzina e del 46% quelle applicate sul gasolio da autotrazione.

Attualmente, a causa del peso delle accise, ogni qual volta ci fermiamo al distributore versiamo al fisco 0,728 euro ogni litro di benzina e 0,617 euro ogni litro di gasolio.

Il risultato di questi ritocchi al rialzo ha contribuito anche a far salire alle stelle il prezzo alla pompa dei carburanti. Nell’ultima rilevazione del 23 gennaio scorso, il prezzo al litro del gasolio per autotrazione ha toccato in Italia 1,397 euro. L’incidenza delle tasse è del 62,2%. Tutti gli altri Paesi dell’area Euro hanno invece prezzi nettamente inferiori ai nostri.

Il pieno di gasolio costa agli italiani il 10,6% in più dei francesi. Si registra anche un +17,4% rispetto agli sloveni, il +17,5% sulla Germania e il +24,3% sulla Spagna.

Per quanto riguarda la benzina, invece, il prezzo medio al litro è di 1,545 euro con le tasse che incidono per il 65,2%. Solo i Paesi bassi (1,571 euro al litro) e la Grecia (1,548 euro al litro) registrano un prezzo alla pompa superiore al nostro.

Per un pieno di benzina in Italia spendiamo il 9,4% in più rispetto agli automobilisti francesi e il 29,9% in più rispetto a quelli austriaci.

«Il ritocco all’insù delle accise aumenterebbe la base imponibile su cui si applica l’Iva. Per le casse dello Stato si tradurrebbe in un doppio vantaggio che, però, penalizzerebbe oltremodo gli automobilisti. Ma anche gli operatori economici che usano i mezzi di trasporto per lavoro, come i trasportatori, i taxisti, i noleggiatori con conducente, gli agenti di commercio, gli idraulici, gli elettricisti e tante altre categorie artigiane» afferma il Coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia, Poaolo Zabeo.

Inoltre l’aumento del prezzo del petrolio sta facendo salire i prezzi alla pompa dei carburanti. Un ulteriore aumento delle accise peggiorerebbe la situazione.

«Potrebbero verificarsi anche dei rincari dei prodotti che troviamo sugli scaffali dei negozi e dei supermercati del tutto ingiustificati. Ad essere penalizzate sarebbero soprattutto le famiglia a basso reddito» aggiunge il Segretario della Cgia, Renato Mason.

Anche il Codacons contro i rincari sulle accise

Pronto alla battaglia contro l’ennesimo ritocco al rialzo della tassazione sui carburanti anche il Codacons.

«Gli automobilisti italiani sono senza dubbio la categoria più tartassata d’Europa» denuncia il presidente, Carlo Rienzi.

«Negli ultimi anni i governi di ogni colore politico hanno fatto un uso intensivo delle accise sui carburanti per reperire risorse. Tasse di scopo che vengono adottate per risolvere emergenze del momento, ma che non vengono più soppresse, continuando a pesare per sempre sulle tasche degli italiani».

Negli ultimi cinque anni, infatti, gli esecutivi succedutisi a Palazzo Chigi hanno fatto ricorso all’aumento delle accise diverse volte.

Per finanziare il Fondo unico dello spettacolo, l’emergenza in Libia, l’alluvione in Liguria e il terremoto in Emilia. Per tre volte sono servite invece a correggere i conti pubblici.

«Siamo pronti ad impugnare qualsiasi provvedimento del Governo in tal senso» conclude Rienzi.

 

by

Fonte: www.corrierenazionale.it