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L’OPEC ridurrà la produzione di petrolio

Per la prima volta in 8 anni i principali paesi produttori hanno concordato di produrre meno barili per fare aumentare i prezzi, ma mancano ancora molti dettagli.

L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) ha trovato un accordo per ridurre la produzione di petrolio nei prossimi mesi per la prima volta in 8 anni, con l’obiettivo di farne aumentare il prezzo dopo anni di crisi in cui è stato sensibilmente basso. La decisione è stata presa durante una riunione organizzata ad Algeri, la capitale dell’Algeria, e ha sorpreso numerosi analisti che pensavano sarebbe stato difficile trovare un accordo considerate le divisioni all’interno dell’OPEC, soprattutto tra Arabia Saudita e Iran, due dei principali membri dell’organizzazione.

Le modifiche alla produzione non saranno immediate e ci sono ancora molti dettagli da definire, ma l’annuncio ha già avuto qualche effetto sui mercati. Il brent, il petrolio estratto nel Mare del Nord che serve da petrolio grezzo di riferimento a livello mondiale per i prezzi, è aumentato di 2,84 dollari al barile raggiungendo i 48,85 dollari, mentre nella mattina di oggi ci sono state ripercussioni di minore entità sui mercati asiatici. I titoli in borsa di numerose aziende energetiche hanno guadagnato diversi punti, vista la prospettiva di aumentare i loro ricavi nei prossimi mesi.

L’OPEC non raggiungeva un accordo di questo tipo sulle modifiche alla produzione di petrolio da circa 8 anni. Per incidere sui prezzi di questa materia prima a livello mondiale, è necessario che buona parte dei suoi grandi produttori siano disposti a seguire una strategia comune e condivisa, l’ultima volta era successo durante la crisi economica del 2008. Come scrive il Financial Times, l’accordo segna tra le altre cose un cambio di strategia dell’Arabia Saudita: finora aveva mantenuto sostenuta la produzione di petrolio per offrire prezzi più bassi e avere quindi quote di mercato più grandi, mettendo in difficoltà altri produttori che estraggono petrolio con costi più alti, come le aziende che estraggono shale oil negli Stati Uniti.

Alcuni analisti fanno notare che gli attuali effetti sul mercato potrebbero avere breve durata, perché ci sono ancora molti punti da chiarire dell’accordo. L’OPEC non ha ancora stabilito i dettagli sulla riduzione della produzione e non si sa come si comporteranno i singoli paesi membri per farlo. L’obiettivo dichiarato è di ridurre la produzione tra i 240mila e i 740mila barili di petrolio al giorno, rispetto ai 33,24 milioni di barili estratti giornalmente nell’agosto scorso. Il successo dell’iniziativa dipenderà dall’effettiva riduzione di barili disponibili sul mercato, e secondo le prime analisi porterà a qualche risultato solo nel caso di una riduzione di almeno 700mila barili al giorno. In precedenza si era parlato di un milione di barili in meno al giorno come cifra ideale per ottenere qualche risultato concreto sui prezzi.

 

Fonte: www.ilpost.it